Il problema delle bufale e delle notizie false ha ricevuto un notevole boost grazie ai social network, complice anche la cattiva abitudine di condividere o commentare notizie senza nemmeno leggere interamente il titolo, figuriamoci il contenuto.
Solo su Facebook circolano migliaia di notizie false molte delle quali create ad arte unicamente per alimentare viralità, click baiting e quindi generare profitti pubblicitari.
Il principio di base è semplice: creo una notizia sfruttando argomenti attuali o molto sentiti dalle persone e sfruttandone l'emotività posso raggiungere in pochi click migliaia di utenti.
Oltre alle notizie false create con lo scopo di incassare click, ci sono poi le bufale che, diversamente dalla notizie false, incorporano il principio della buona fede cosi come bufale nate su leggende metropolitane.
Con il tempo sono nati siti web che sfruttando l'assonanza con quotidiani autorevoli, hanno iniziato a diffondere notizie inventate ottenendo spesso ottimi risultati.
E' il caso per esempio del "fatto quotidaino" cosi come "la respubblica" e tanti altri ancora.
Quando questi siti condividono una notizia su Facebook, causa distrazione e l'effetto di lettura dell'occhio umano, un sito "fatto quotidaino" viene interpretato in maniera corretta, in questo caso Fatto Quotidiano.
Il problema della veridicità dell'informazione si è ulteriormente evoluto ed evidenziato durante le ultime elezioni americane.
Per dare un freno a questo fastidioso fenomeno, Facebook e Google hanno iniziato a mettere in atto una serie di iniziative per scoraggiare viralità e funzionamento.
Facebook da parte sua ha dichiarato di aver attivato un filtro antibufale e si sta impegnando ad affinarne il funzionamento anche se ad oggi possiamo dire con scarsi risultati, quanto meno per l'area italiana.
Google si è attivato in modalità diversa attaccando la motivazione di base che spinge a creare questo tipo di siti ovvero la pubblicità.
Fonte: Google
Ieri, tramite una nota ufficiale e un successivo aggiornamento delle policy, Google ha dichiarato che potrebbe sospendere l'erogazione di banner in quei siti individuati come raccoglitori di bufale o similari.
Come possiamo leggere online, è infatti apparsa la nuova "Misrepresentative policy" che cita come esempio passibile di blocco pubblicitario contenuti falsi, inventati o nocivi, situazioni e azioni riconducibili al phishing, contenuti che promuovono o utilizzano concetti ingannevoli come "diventa ricco subito" o schemi piramidali.
Resta da capire la modalità con la quale Google andrà ad operare: intervento manuale o algoritmico?
Mi occupo di SEO e Lead Generation. Sono appassionato di tecnologia e innovazione e fondatore di alcune importanti testate hi-tech. Attualmente CoFounder e Seo Manager presso Omniaweb, Cofoudner Tag Padova, Hostplace.